Bulino:
E' la tecnica originaria di incisione diretta. Il nome della tecnica prende origine dallo strumento dell'arte orafa per incidere i monili d'oro e d'agento. Lo strumento consiste in una barretta d'acciaio con una estremità troncata obliquamente e l'altra inserita in un manico a forma di fungo per agevolarne l'impugnatura a palmo. Il manico poggia infatti perfettamente nel palmo della mano che contiene quasi tutto lo strumento e le dita, pollice, indice e medio, conducono la punta affilatissima quasi parallela alla superficie della matrice, regolandone la pressione.
Il bulino crea così i solchi sfruttando la pressione esercitata dalla spalla e dal braccio destro.
Nell'esecuzione delle linee curve è invece la mano sinistra a far ruotare la lastra opportunamente poggiata su un cuscino di cuoio riempito di sabbia.
L'incavo ottenuto sul metallo è configurato dalla pressione esercitata su di esso e dall'langolo di incidenza tra la punta del bulino, detta becco, e la lastra.
Puntasecca :
E' chiamata puntasecca la tecnica diretta che si opera sulla lastra per inciderla con una punta d'acciaio.
Il tratto così realizzato si differenzia da quello creato con l'ausilio dell'acido (incisione indiretta) per il fatto di mantenere ai lati del solco le cosiddette "barbe" cioè i riccioli deerivati dal metallo scansato dalla punta. Un po' come la terra che viene deposta ai lati del solco creato dall'aratro.
In questo modo il risultato in stampa sarà quello di un tratto più morbido ai lati e non netto come quella morsura con l'acido.
Ad ogni passaggio sotto la pressione del torchio però questa caratteristica tenderà a scemare a causa della pressione esercitata sul solco stesso dal rullo di stampa e questo farà in modo da diminuire il numero di tirature di qualità dell'opera stessa.
Maniera nera o mezzotinto:
E' una tecnica che si realizza mediante uno strumento chiamato "berceau" (in inglese "rocker") la cui traduzione è "culla" per via della forma a mezzaluna.
E' uno strumento in acciaio a foggia di mezzaluna portante sul taglio minutissimi denti, adoperato nella preparazione delle lastre di rame o zinco destinate all'incisione a alla mezzatinta.
Dapprima dsi rende ruvida la superficie della lastra mediante l'uso del berceau secondo uno schema a griglia su linee orizzontali, verticali ed oblique a 45°.
Una volta resa unifirmemente ruvida la lastra, si procede all'appiattimento delle sone che si vogliono rendere chiare. Più dsi appiattiscono le zone, maggiore sarà la resa del bianco.
Acquaforte:
E' una tecnica di incisione di tipo indiretto. L'incisore non graffia direttamente la lastra, ma demanda l'operazione di incisione di incisione alla morsura di un acido.
Dapprima si ricopre la lastra con una vernice protettiva che la rende inattaccabile dall'acido, poi si affumica con una lampada a petrolio o cin un fascio di candele per rendere opaca e più nera la superficie.
Una volta preparata la lastra si riporta sulla superficie da incidere il disegno mediante disegno diretto con una matita morbidaper evitare di scalfire la vernice protettiva.
A questo punto mediante una punta di acciaio si procede all'incisione della lastra, facendo attenzione a non incidere il metallo ma limitandosi ad asportare la vernice in accordo con la grafica da realizzare. In questo modo sarà possibile procedere a correzioni eventuali mediante la copertura con vernicetta protettiva dele zone da ritoccare.
Finita la fase di "graffiatura" della vernice, dopo aver protetto la superficie inferiore della lastra, si procede alla morsura in acido che per lo zinco è Acido Nitrico o Solfato di Rame, mentre se la lastra è di rame, la morsura si effettua con il percloruru ferrico.
Acquatinta:
Viene utilizzata per dare al lavoro un effetto pittorico, con effetti chiaroscurali difficilmente realizzabili con l'acquaforte.
Dopo aver preventivamente sgrassato la lastra con Bianco di Spagna, si procede alla deposizione su di essa di polvere di bitume giudaico o di colofonia.
Per una migliore riuscita della tecnica la povere dovrà essere distribuita in modo più uniforme possibile. A tal fine si utilizzano cassette appositamente realizzate.
Si scalda la lastra così preparata su una fiamma in modo da fondere i granelli di polvere al fine di fissarli sulla superficie della lastra.
Si procede al disegno della lastra così preparata mediante ricalco o disegno diretto a matita.
A questo punto, dopo aver portetto la superficie inferior, si procede alla morsura.
In questo caso il bagno in acido sarà effettuato a step successivi secondo una tabella basata sui tempi di morsura calcolati a raddoppio come mostrato sulla figura a lato.
Al crescere del tempo di morsura si otterranno tonalità sempre più scure.
Confrontando il risultato atteso con la scala dei toni, tra una morsura e l'altra si copriranno le zone della lastra con la vernicetta protettiva per realizzare le varie tonalità chiaroscurali.